Storia e sfumature del Presepe
( di Alessandro Martinisi )
…”In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse un censimento di tutta la terra. Questo primo censimento fu fatto quando era governatore della Siria Quirino. Andavano tutti a farsi registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giuseppe, che era della casa e della famiglia di Davide, dalla città di Nazaret e dalla Gallilea salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme , per farsi registrare insieme con Maria sua sposa che era incinta.
Ora, mentre si trovavano in quel luogo si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro nell’albergo (dal Vangelo Secondo Luca)”…e ancora…”Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo di Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: ‘ Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella e siamo venuti per adorarlo (dal Vangelo secondo Matteo)”…per non certo tralasciare i Vangeli Apocrifi, - documentazione ufficiale questa, che riferisce la nascita di Gesù e l’Epifania e che a partire dal VI secolo diedero stimolo ad artisti, alla fantasia popolare e non - di rappresentare tale evento.
...Dai Vangeli Apogrifi...
Ciò detto l'angelo fece fermare la giumenta, perchè era giunto il momento di partorire e ordinò a Maria di scendere dalla bestia e di entrare in una grotta sotterranea, in cui non c'era mai stata luce. Ma all'ingresso di Maria tutta la grotta cominciò ad avere splendore come se vi fosse il sole.
E là partorì un maschio, che gli angeli circondarono mentre nasceva e appena nato adorarono, dicendo:2 Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini di buona volontà".
Già da un pò di tempo Giuseppe si era avviato a cercare levatrici e quando ritornò alla grotta,Maria aveva ormai messo al mondo il bambino.
"Ti ho condotto le levatrici Zelomi e Salomè," disse Giuseppe a Maria "che stanno fuori, davanti alla grotta e non osano entrare quì a causa della troppa luce".
Udendo ciò Maria sorrise. Ma Giuseppe le disse:" Non soridere, ma sii prudente, che non debba per caso aver bosogno di qualche cura".
E volle che una di quelle entrasse con lui. Ed entrata Zelomi disse a Maria: " Lascia che io ti tocchi." Avendo Maria permesso di essere toccata, la levatrice esclamò a gran voce: " O Signore, o grande Signore, misericordia! Non si è mai sentito dire nè potuto immaginare che le mammelle siano piene di latte e sia nato un maschio, lasciando vergine sua madre! Nessuna perdita di sangue si è avuta sul neonato, nessun dolore nella puerpera. Vergine ha concepito, vergine ha partorito, vergine è rimasta.
Vangelo dello Pseudo-Matteo XII I Vangeli Apogrifi Einaudi Tascabili
Il presepe…o il presepio? Come usava dire un noto giornalista video – la domanda nasce spontanea.! Il latino, madre della nostra lingua, prevedeva entrambi le forme, praesepium e praesepe (da prae, davanti e saepire chiudere con una siepe). Entrambe le parole avevano come significato :”Mangiatoia”. Oggi il significato assume tono maggiore, infatti è uso comune e popolare intendere non solo la "mangiatoia", bensì l’intera rappresentazione della natività in tutte le sue sfumature, quindi … ‘una rappresentazione tridimensionale, realizzata temporaneamente in maniera plastica soggettiva mediante la disposizione di un paese visto in maniera panoramica, dentro al quale è situata una diversità di figure mobili che si possono mutare di luogo a seconda del senso artistico del costruttore’ (da Come si costruisce il Presepio – 4° Ed. 1972). Certo è, che la rappresentazione generalmente eseguita dai presepisti è da intendersi come una rievocazione dell’evento soggettiva e trasformata altrimenti saremmo costretti tutti a costruire presepi prettamente ‘storici’ ponendo presumibilmente il bambinello in una mangiatoia non tanto fatta di legno (come usa la tradizione cristiana – cinque frammenti lignei della culla di Gesù sono conservati nella Basilica di Santa Maria Maggiore), bensì una mangiatoia scavata nella roccia o formata da pietre come vuole la tradizione palestinese e inserita in un ‘Khan’ o caravanserraglio.
Il caravanserraglio generalmente è costituito da un cortile chiuso da tre muri con al centro un pozzo e addossati ad una montagna dove veniva scavata una caverna e dove i pastori nomadi, i viandanti e gli animali trovavano riparo.
Personalmente non penso sia importante abbracciare la tradizione popolare o quella storica, bensì il significato che racchiuderei in queste parole: “ Gesù nasce in ogni luogo poiché è venuto a salvare il popolo dai suoi peccati” …a noi spetta non dimenticare.
Anche se usualmente si afferma spesso che il primo presepe fu ideato da San Francesco nel Natale del 1223 dobbiamo ricordare che già cento anni dopo la morte di Gesù nel vasto complesso di Catacombe (dal greco katà kymbas, presso le cavità) e ipogei di Priscilla, lungo la via Salaria a Roma, erano rappresentate scene della nascita di Gesù; oggi è possibile vedere rappresentata
Testimonianze ufficiali arrivano a noi anche dall’età medioevale, periodo in cui venivano effettuate rappresentazioni della Nascita in numerose chiese e confraternite. Nel 1025 presso la chiesa di S. Maria ad presepe a Napoli, documenti testimoniano che grossi tronchi reggevano ‘tettoie in legno’ per rappresentare la stalla dove il figlio di Dio era venuto alla luce.
Tracce di questa usanza è custodita anche presso il famoso Museo di San Martino di Napoli (il più importante museo di presepi napoletani del Centro Italia), dove vengono conservati alcuni preziosi reperti del Trecento decorati da Simone de’ Crocifissi e realizzati da artisti bolognesi.
Il 1400 è un secolo di stasi per il presepe, essendo esso prerogativa di grandi chiese che possedevano rappresentazioni stabili per l’intera durata dell’anno. Si ha notizia certa del presepe dei fratelli Pietro e Giovanni Alemanno per la chiesa San Giovanni a Carbonara, di questo presepe sono giunte fino a noi diciannove statue in legno policromo. E’ il 1500 che dà vita invece ad una ramificazione di rappresentazioni in tutta Italia; ricordiamo per l’appunto, il magnifico presepe totalmente in terracotta ancora oggi conservato presso il Duomo di Modena, opera di Antonio Begarelli , quello dello scultore Stefano da Putignano; a Urbino e Piobbico sono conservati splendidi presepi dello scultore Federico Brandani (esecutore di molte decorazioni delle sale del Palazzo Ducale di Urbino). Nella chiesa di San Domenico Maggiore a Napoli (piccola summa della pittura e scultura napoletana dalla fine del 200 al Rinascimento), a cui ci si arriva attraversando Spaccanapoli (lunghissimo vicolo che ‘spacca’ la città da est a ovest) è conservato parte del presepe del Belverte. Il presepe comincia ad espandersi anche nelle case di nobili in tutta Italia, esempi se ne possono trovare in Matteo Mastrogiudice che commissionò all’allora scultore Domenico Impicciati una serie di pastori e lui stesso volle essere raffigurato. Cominciano ad essere rappresentati anche animali quali pecore, capre, cani oltre ai già rappresentati bue ed asino, nonché cominciano a vedersi i primi paesaggi più o meno complessi. Le statue sono prevalentemente di legno policromo o tutte di terracotta, mentre solo nel secolo successivo, si cominciano a delineare figure più modellate nelle posture …”fece bensì buoni pastori da presepio, alli quali era da un particolare genio inclinato”, così parla il biografo del settecento Dominici di Michele Perrone; Aniello …”scultore anche migliore” e Donato diedero vita al presepio del Viceré conte di Castrillo nel lontano 1658 (ricco presepe di cui sono stati tramandati 112 figure lignee di ridotte dimensioni).
Nella seconda metà del secolo, comincia a farsi spazio la figura in cartapesta, di misura terzina (35-40cm circa) e pastori sempre in legno vestiti con stoffe ma con possibilità di articolazione, da ricordare che fu l’artista napoletano Michele Perne che ideò il corpo del pastore in fil di ferro dolce ricoperto da stoppa che permetteva ogni tipo di postura ai pastori del tutto simile alla realtà; da questo momento l’evoluzione del pastore assume caratteri artistici notevoli, dando vita a vere e proprie botteghe, dove si cimenteranno validissimi artisti in ogni campo. Vale la pena ricordare artisti del calibro di Pietro Ceraso, Giuseppe Picano, Domenico Di Nardo, Giacomo Colombo, autori tra l’altro di un presepe conservato nel Museo della Chiesa di S. Lorenzo Maggiore a Napoli ed ospitato in quel tempo nella chiesa di Santa Maria in Portico nella stessa città.
Il tono del presepe nel Settecento assunse carattere acceso, laicizzato al massimo e riuscì a primeggiare anche sull’illuminismo- corrente di pensiero di quel tempo, che cercava di abbattere i principi cristiani sostenendo l’arte della ragione e il materialismo dell’intelletto (in francese âge des lumières, in inglese enlightenment, in tedesco Aufklärung).
Clicca salla figura a sinistra, ed entra nel mondo di questo artista che insegna vari segreti, per realizzare il montaggio di un Presepe Napoletano
Nel Museo di Arte Sacra di San Paulo, c'é un Presepe Napoletano dell'Ottocento con piú di 1600 pezzi, di cui 380 personaggi.
É una vera raritá e vale la pena andare a vederlo !
MUSEU DE ARTE SACRA
www.sarasa.com.br
Av. Tiradentes, 676 - Luz
Tels.: (11) 3326-3336 / 1373 / 5393
Estacionamento gratuito (acesso pela Rua Jorge Miranda, 53)
Horário: terça a domingo, das 11h às 18h
Entrada: R$ 4,00. Estudantes com carteirinha pagam meia.
Pessoas acima de 60 anos e crianças até 7 anos têm entrada franca.